Stavolta il nostro racconto vi porta fuori le Marche, al confine con l’Umbria, e stavolta non parleremo solo del paesaggio, anche se è veramente imperdibile, ma del suo prodotto tipico. Stavolta parliamo infatti delle squisite lenticchie di Castelluccio.
I legumi da sempre hanno costituito la base alimentare delle famiglie marchigiane: farro, fagioli, cicerchia e la lenticchia, sono stati per secoli la principale fonte di proteine quanto la carne non poteva tutti i giorni costituire il pranzo o la cena.
Legumi dimenticati alla fine del Novecento e riscoperti, per sapore e proprietà, in questi ultimi anni diventando i protagonisti di tanti piatti di ristoranti marchigiani. Torniamo però all'oggetto di questo post: le lenticchie di Castelluccio. Di colore variegato, piccole e dalla buccia sottile, si cucinano in poco tempo (una trentina di minuti) e hanno un sapore speciale. Sono coltivate in un luogo spettacolare, quindi vi consigliamo non solo di prenderle al supermercato se le trovate, ma di recarvi proprio li per acquistarle, visto che tra negozietti, signore sull’uscio di casa, ambulanti a bancarelle avrete solo l’imbarazzo della scelta. Prendete quindi una bella giornata soleggiata e preparatevi alla vista di un paesaggio spettacolare, direi lunare. Quasi a 1500 metri di altezza, alle pendici del maestoso Monte Vettore, si trova questo vastissimo altopiano, set di film e spot pubblicitari (vi ricordate Muccino, quello piccolo, che qualche anno fa scendeva da un pick up rosso in una strada deserta abbandonando una bella fanciulla, Laura Chiatti, e portando con sè solo una leggera bisaccia e un cellulare??) e un tempo bacino di un lago. Da una parte dicevamo il Monte Vettore (e da li si può partire per raggiungere il Lago di Pilato) dall’altra il paese di Castelluccio e di fianco, la sagoma dell’Italia costituita da alberi.
E in mezzo?
Una vallata che all’inizio dell’estate, quando fioriscono le lenticchie è un tripudio di gialli, verdi, rossi e viola. Insomma, la fioritura val bene la spesa di abbandonare per una domenica la spiaggia.
I legumi da sempre hanno costituito la base alimentare delle famiglie marchigiane: farro, fagioli, cicerchia e la lenticchia, sono stati per secoli la principale fonte di proteine quanto la carne non poteva tutti i giorni costituire il pranzo o la cena.
Legumi dimenticati alla fine del Novecento e riscoperti, per sapore e proprietà, in questi ultimi anni diventando i protagonisti di tanti piatti di ristoranti marchigiani. Torniamo però all'oggetto di questo post: le lenticchie di Castelluccio. Di colore variegato, piccole e dalla buccia sottile, si cucinano in poco tempo (una trentina di minuti) e hanno un sapore speciale. Sono coltivate in un luogo spettacolare, quindi vi consigliamo non solo di prenderle al supermercato se le trovate, ma di recarvi proprio li per acquistarle, visto che tra negozietti, signore sull’uscio di casa, ambulanti a bancarelle avrete solo l’imbarazzo della scelta. Prendete quindi una bella giornata soleggiata e preparatevi alla vista di un paesaggio spettacolare, direi lunare. Quasi a 1500 metri di altezza, alle pendici del maestoso Monte Vettore, si trova questo vastissimo altopiano, set di film e spot pubblicitari (vi ricordate Muccino, quello piccolo, che qualche anno fa scendeva da un pick up rosso in una strada deserta abbandonando una bella fanciulla, Laura Chiatti, e portando con sè solo una leggera bisaccia e un cellulare??) e un tempo bacino di un lago. Da una parte dicevamo il Monte Vettore (e da li si può partire per raggiungere il Lago di Pilato) dall’altra il paese di Castelluccio e di fianco, la sagoma dell’Italia costituita da alberi.
E in mezzo?
Una vallata che all’inizio dell’estate, quando fioriscono le lenticchie è un tripudio di gialli, verdi, rossi e viola. Insomma, la fioritura val bene la spesa di abbandonare per una domenica la spiaggia.
Foto: Altopiano di Castelluccio
Guarda l'album di Racconti di Marche dedicato al monte Vettore e all'altopiano di Castelluccio
Si ci sono, li sono dandi.
RispondiEliminaGrazie per l'aggiunta, mi fa piacere che di poter essere utile.